LA LOGGIA STANISLAS DE GUAITA

La fondazione della Rispettabile Loggia Stanislas de Guaita all'Oriente di Roma, avvenuta il 31 marzo 6010 A:. V:. L:., costituisce il dies ad quem di un ben preciso itinerario iniziatico.
L'attuale stato di decadenza della Massoneria è come noto il frutto avvelenato della apertura indiscriminata ai profani avvenuta negli ultimi trent'anni, e dell'equivoco per cui le cariche delle varie Obbedienze massoniche sarebbero l'occasione di esercitare un presunto “potere” e non piuttosto un incarico di servizio nell'interesse dei Fratelli, per il bene della propria Comunione e - indirettamente - dell'umanità.
E' scritto nelle Costituzioni massoniche, un po' enfaticamente, che ogni Loggia è sovrana: tale prerogativa è garanzia di autonomia e responsabilità insieme, e di essa è indispensabile corollario la libertà, stella polare delle Officine. Ma di entrambe, sovranità e libertà, hanno fatto cattivo uso tanto queste quanto le Grandi Logge, che spesso cercano di imporre alle Officine, dietro il pretesto di una auspicabilissima "trasparenza", un "pensiero unico" tanto dannoso quanto lontano dalla visione massonica.
Tuttavia c'è ancora speranza. Vi sono infatti molte Logge che servono davvero il G:.A:.D:.U:. con il loro operare e Fratelli di buona volontà che lavorano secondo la Tradizione, insofferenti al malcostume e alla stanchezza che affligge tante Officine. E vi sono Obbedienze massoniche che con grande dignità, serietà, trasparenza e regolarità iniziatica cercano di fornire il contesto adatto per questo lavoro.
La Loggia Stanislas de Guaita si sforza di essere una di queste Officine, una fiammella del Fuoco Sacro e un luogo dove raccogliere coloro i quali praticano convintamente le scienze tradizionali e percorrono la Via iniziatica, disinteressati ai metalli, alla "politica massonica" come alla visione affaristico-clientelare dell'Istituzione.
Anche l'elaborazione di un Rituale, l'Italico, che fosse utile a raggiungere lo scopo che ci siamo prefissi, ci è sembrata una decisione del tutto naturale. Non pretendiamo che il nostro lavoro sia migliore rispetto a quello dei Maestri che ci hanno preceduti (saremmo dei presuntuosi): del resto, per perfezionare l'Italico non abbiamo fatto altro che "ri-comporre" e dare ordine, da veri Figli della Vedova Iside-Sophia, alle sterminate fonti che la Tradizione ci ha lasciato, nell'ottica rafforzare l'impronta decisamente teista e spirituale del nostro modo di intendere l'Arte.
In fondo, un Rituale altro non è che uno strumento utile ad uno scopo: per raggiungere il nostro ci serviremo del Rituale Italico. Sotto la volta celeste, in onore dei Maestri Passati e a gloria del Grande Architetto dell'Universo.