Giuliano Kremmerz
Pensieri sparsi
Iniziare vuol dire cominciare. Initium, principio. Nessuno dà la fine. Perché l’arcano è di natura tale che chi più lo ha intravisto da vicino non può comunicarlo. (I, 10)
Se tu disprezzi lo scherno della turba, se tra l’equilibrio della ragione ben sodo e il motto dei messeri che ti deridono tu sei forte abbastanza per separarti dal mondo, tu cominci a essere; tu cominci a vivere di vita propria; tu inizi la vittoria sulla maggioranza numerica della illusione. [...] Il cervello dell’uomo è un santuario che riflette, nell’assoluto della logica, tutto lo splendore della ragione divina quando non traballa per congestioni di passioni umane. (I, 105)
La magia divina considera Una la verità, Una la luce, Uno Dio, Una la materia, Uno l’universo, Una la forza. [...] Gli iniziati di tutto il mondo sono fratelli perché tutti percepiscono la Verità nello stesso modo e con le stesse leggi: due di essi s’incontrano e si riconoscono perché si comprendono. (I, 232)
La preparazione alla potestà magica o all’ermetismo puro e semplice è d’indole diversa: il suo programma può esplicarsi in poche parole: rendere le potestà integrative dell’intelletto umano (volontà) padrone assolute dell’involucro animale per farne un servo obbediente e pronto all’autorità psicodinamica che è in noi; purificarsi di ogni ostacolo al libero esercizio della volontà intelligente sul corpo, strumento necessario alla vita umana; liberarsi da qualunque necessità. (II, 92)
Il tuo pensiero agisce tanto sicuramente sul tuo corpo che se hai la pazienza di allenarti ne disporrai a tuo piacimento. Non avrai paura né di infermità, né di contagi, né di disordini organici di nessun genere. Basta pensare volendo, con sicurezza di comando, che la tal cosa nel tuo organismo non succeda. Questa è educazione ermetica. (II, 110)
Se vuoi sapere la verità, se la vuoi conquistare e possedere, comincia col non credere che in te stesso. […] Ma prima di ogni cosa, rigenerati moralmente, ritorna vergine alla sincerità con te stesso e con gli altri, come se il serpente della malizia consuetudinaria non ti avesse mai morso. (II, 147)
L’ermetismo non si schiude che alle coscienze già spogliate da tutti i fattori ottenebranti, rette da una morale pura, non velata da nessuna passione, neanche dalla preconcezione della propria infallibilità. Tutta la chiave maestra del concetto educativo della propria personalità è appunto in questa purificazione della coscienza dalla nebbia della convenzione umana. (II, 159-160)
Scopo dell’integrazione è l’uomo. Non perdetelo di vista mai. Lasciate per ora i diavoli e i santi e gli arcangeli dove si trovano. Ogni vostra esperienza deve essere fatta sull’uomo: non su di un uomo, ma su voi stessi che appartenete all’orgogliosa rappresentanza dell’Olimpo in terra. (II, 223)
Mettervi in grande equilibrio fisico e intellettuale, con un regime di vita sobria, senza sforzi che vi conducano nella schiera dei nobili asceti, osservare in silenzio, nel sacro silenzio che separa l’adepto dalla vanità della parola, non è cosa supremamente difficile. In voi si propizia così lo sviluppo dell’intelligenza ermetica, cioè il potere sottile e penetrativo della mente umana che ci avvicina alla realtà insita nelle cose che colpiscono i nostri sensi umani. [...] Nebo, Ermes, Mercurio, Lucifero, Spirito Santo sono sinonimi dello stesso stato di essere dell’intelligenza umana le cui leggi secrete ancora agli uomini sono occluse. (II, 224)
Chi dice la verità a se stesso sentirà la verità degli altri. (II, 230)
Nello studiare le Scienze Occulte procedete da idee semplici e chiare. Se lasciate briglia sciolta alla fantasia, all’immaginazione, troverete - nell’esagerata tensione del vostro orgoglio - di aver raccolto un risultato nullo. [...] Il misterioso, il meraviglioso, il miracoloso è nell’orbita della natura e non di là o sopra la natura. (II, 301)
Questa scuola è un completo insegnamento che ha per programma «Nosce te ipsum», cioè il «conosci te stesso» degli antichissimi da un punto di vista non religioso né mistico ma intensamente introspettivo. Si propone lo studio dell’organismo umano nel suo complesso di mente e corpo fisico, con tutti i suoi poteri fisici palesi e nascosti, affinché lo studioso, buon osservatore, possa integrarsi in completo. (III, 7)
Noi siamo spiriti erranti; noi abbiamo la missione luciferina di portare la fiaccola in giro, da uomo a uomo; noi insegniamo l’inizio della ricerca in noi e intorno a noi; noi apriamo un finestrino sull’immenso panorama dell’infinito e diciamo a chi ci somiglia che di là da ogni miseria, in questa vita di miseria comune, esiste l’Amore. (III, 87)
L’uomo non ha mai la neutralità necessaria nel giudicare le sensazioni al loro giusto e preciso valore. Questo non è un dogma che vi presento per farvelo rispettare e porlo per atto di fede come base di ogni cosa che ne consegue. Questo è un enunciato che voi potete esaminare sperimentalmente in voi e negli altri. L’uomo, che nel colmo della sua potenza percettiva può essere neutro nel senso che ho dato a questa parola nella mia piccolaPorta Ermetica, che può, cioè, conservare la coscienza serena, intatta, separata dalle sensazioni e pronta a giudicarla senza interesse alcuno, è di dieci chilometri più su di tutto il livello della folla umana. (III, 113)
Gli elementi dell’Ermetismo Magico si indicano all’allievo come in un’analisi preparatoria di una sintesi finale. (III, 126)
Gli alchimisti che conoscevano la loro materia dovevano voler dire qualche cosa che non è nessuna delle tante frottole che essi stessi hanno scritto per imbrogliare i cristiani che asserivano di voler aiutare contro il Gran Turco. (III, 130)
Vi è un’altra sospetta interpretazione: se [gli alchimisti] volessero dire che vi è un procedimento naturale per mezzo del quale l’uomo di limitato ingegno può, con droghe, elaborare, migliorare e perfezionare il proprio intelletto in maniera da diventare intuitivo e penetrante e vedere chiaro in tutte le cose? (III, 131)
Che siano deplorati coloro che posseggono e non danno! (III, 145)
Io vi voglio puri in un senso altamente morale nella rettitudine più eccelsa dello spirito, umani, liberi, altruisti al punto di non concepire l’idea di varcare il limite dove comincia la perfetta indipendenza dell’altrui individualità. La libera volontà altrui non deve mai essere coercita, nel male come nel bene. (III, 207)
La nostra Fratellanza non cerca per fratelli dei perfetti, diversamente sarebbe una vera associazione di santi e di eroi, ma cerca e ascrive a sé tutti gli uomini di buona volontà che, quantunque non perfetti, possano essere considerati come perfettibili. (III, 258)
Un’azione compiuta per il solo fine di aiutare un proprio simile, senza aspettarne compenso, senza premio in questa o in una vita di là, è un segno della liberazione del proprio spirito dai legami di ogni soggettività egoistica. (op ris)
Gli spiriti umanizzati che sono degni di sapere, onde a loro volta insegnino e agiscano nella sola vita morale dell’umanità, trovano la via che mena alla nostra casa per virtù provvidenziale. (op ris)
Non credere alcuna cosa solo perché sentita dire; non credere nelle tradizioni che ci arrivano vecchie e alterate dalla favella umana; non credere a quello di cui gli uomini molto parlano, né credere solo perché ti sta dinanzi la testimonianza di un sapiente; non credere a una cosa perché delle probabilità ti parlano per essa o perché per vecchia abitudine la ritieni vera; non credere nella sola autorità del tuo Maestro e del tuo Sacerdote. Prendi per verità, e vivi secondo essa, solo ciò che la tua ricerca e la tua esperienza ti dimostrano corrispondente alla tua salute, al tuo bene e al bene degli altri uomini come te. (op ris)
Non dire mai Magister dixit, perché in questo caso avrai la fede nella scienza di lui, ma non la scienza; e tuo dovere per diventare un iniziato è di avere e conquistare questa, con l’opera attiva e con la guida dell’iniziatore. (op ris)
Il silenzio non è soltanto il non parlare, ma il far tacere tutto il mondo esteriore intorno a sé onde si risvegli il sentimento di ascoltare la voce intima, interna, profonda. (op ris)
L’esistenza di una cosa qualsiasi si rende vitale e si conferma per il suo contrario. (op ris)